Stevens Amanda - 2012 - The Prophet by Stevens Amanda

Stevens Amanda - 2012 - The Prophet by Stevens Amanda

autore:Stevens Amanda [Stevens Amanda]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Romance, Fiction, General
ISBN: 9788858917879
Google: Pc9dAgAAQBAJ
editore: Harlequin Mondadori spa
pubblicato: 2013-12-19T23:00:00+00:00


21

«Amelia, lui è...» Temple si girò verso lo sconosciuto. «Mi scusi, come ha detto di chiamarsi?»

«Ivers. Jimmy Ivers.» Pescò dalla tasca un biglietto da vista e me lo porse.

«Il signor Ivers è un reporter del Lowcountry Chronicle. A quanto pare, sta lavorando a un pezzo sul cimitero di Oak Grove.»

L’uomo sembrava intento a esaminare l’ambiente circostante. «Questo posto dà i brividi. A voi signore non gela il sangue nelle vene a lavorare qui tutte sole?»

Il modo in cui ci guardava mi faceva accapponare la pelle. Mi sforzai di memorizzare le sue fattezze, nell’eventualità di doverlo in seguito riconoscere in una stazione di polizia, ma a parte gli occhi slavati e la mascella flaccida, il suo era un viso insignificante. «Mi scusi... come fa a sapere chi sono? E che oggi ci avrebbe trovate qui?»

«Mai sentito parlare di fonti? Con il giusto incentivo, tutti sono disposti a parlare. La sorprenderebbe.» Pensai che se avesse sorriso di nuovo in quel modo lubrico, non sarei stata responsabile delle mie azioni. «Quanto alla prima domanda, diciamo che so chi è perché ho fatto bene i compiti.»

«In questo caso saprà anche che senza un’autorizzazione scritta dell’università a nessuno è consentito di entrare» ribattei. «Questa è proprietà privata. Se non se ne va spontaneamente, chiamerò la vigilanza universitaria e la farò accompagnare fuori.»

Mi guardò con aria offesa. «Non ce n’è bisogno. Sto solo cercando di fare il mio lavoro.»

«E così noi. Ora, se non le dispiace...» Con la testa indicai il cancello.

«Non può almeno rispondere a qualche domanda? Questione di minuti.» Si rivolse a Temple. «E lei che ne dice?»

«Dico di no.» Gli tese un biglietto da visita. «Chiami l’ufficio la prossima settimana; le rilascerò una dichiarazione.»

«Immagino sia meglio di niente» borbottò l’uomo. «Oh, d’accordo. Vi auguro buona giornata, signore.»

Si allontanò senza fretta, fermandosi di tanto in tanto a scattare una foto. Mi girai verso Temple. «Che stranezza.»

«Oh, non direi. Quel tizio è un giornalista come lo sono io.» Guardò il biglietto da visita. «E questi probabilmente se li è fatti stampare prima di venire qui.»

«Cosa credi che volesse davvero?» Il breve scambio mi aveva innervosita.

Temple scrollò le spalle. «Ne ho già incontrati di tipi così. Picchiati in testa, dico io. Con ogni probabilità, sperava di dare una sbirciatina a una tomba aperta. Magari addirittura a dei resti.»

«Ma sapeva chi ero.»

«Be’, eri qui la primavera passata, quando le indagini erano in pieno svolgimento. Ma te la sei cavata bene.» Si ravviò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Era vestita più o meno come me – pantaloni a cinque tasche, giacca scura e stivali – ma aveva lasciato i capelli sciolti perché asciugassero all’aria. «Anzi, non credo di averti mai vista così risoluta.»

«Forse mi ha solo beccata in una giornata storta.» Guardai Ivers – o come si chiamava – sparire oltre l’ingresso. «Credi che dovrei chiudere il cancello?»

«Buona idea. Nel caso al signor Verme venisse in mente di tornare.»

«Una simile trascuratezza non è giustificabile» commentò Temple poco dopo, mentre eravamo ferme vicino a una fila di lapidi rovesciate. «Mi vergogno quando penso che è successo sotto la mia responsabilità.



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